Peramore. Solo per amore. È.

 Peramore. Solo per amore. È.

Peramore. Solo per amore. È. Che l’hai presa piano, sollevandola con la forza della piuma, trascinandola a te. Il corpo lieve, magro come l’acqua, il seno che potevi solo immaginarlo, piccolo, incredibilmente piccolo, leggero movimento di pelle proprio sopra il cuore. Ti sollevava anche lei da terra con il suo profumo, di oli canditi e incensi appena spenti. Volando sopra l’acqua potevi quasi trapassare il suo di corpo, con la virilità del soffio. Volteggiavi sopra di lei, attorno a lei, per scovare l’apertura del suo cuore, per penetrare l’impenetrabile. Poi l’abbraccio improvviso, inconsistente anch’esso, un fruscio veloce, l’odore della carne. È tua. Lei. Tua. Inverosimilmente in eterno. Per questo, dopo, alla fine di tutto, hai forzato la fine del suo respiro. Peramore. Solo per amore.

Peramore. Solo per amore. È. Che guardavi la sua carne morire, minuto dopo minuto. E lì che il tuo pensiero viaggiava seguendo l’ora, pedinando il tempo che poi mai passava. La sua pelle tradiva la vita, menzogne infinite vendute come promesse, la sua maschera donata dal Dio più impuro e falso dell’universo mentre tradiva il contratto, quello sancito dal sangue di sua madre nel momento in cui lacerava la carne per farlo nascere. Ed ora e lì, di fronte al tuo sguardo di moglie stanca, spesso fedele, mai infedele, sicuramente leale. Trasformavi in un attimo la pietà in atto, tramutavi l’amore in azione concreta mentre premevi le sue labbra sue, smemorate di vita, contro i denti spenti dal digiuno. Poi la gola, più giù, ancora più giù. Peramore. Solo per amore.

Peramore. Solo per amore. È. Che penetri gli occhi con l’anima, quella tua, unica esistente per assenza dell’odore delle altre, premi con violenza il corpo vitreo, esplosione di sentimenti organici. Trovi pace nel vuoto del silenzio, nell’oscurità accesa il dolore si smorza, un contorto rantolio. E lui entra. Dietro. Un colpo unico, un tonfo sordo che spinge i polmoni oltre la linea del cuore. Tu navighi, lontano, onde spezzate, bufere improvvise, calma tediosa. Poi la tempesta. schizzi d’acqua salata, sangue e residui di prostate farneticanti. Ti amo anch’io sussurri. Ma non a lui. La promessa è a te, prima di scomparire. Peramore. Solo per amore.

Roberto Giannotti