Ho sognato Nino Taranto. Compresa la paglietta.

Santa Subito

 

Ho sognato Nino Taranto. Compresa la paglietta. Mi parlava concitato all’interno di una macchina. Guidavo io. La giacchetta a quadri e le ghette colpivano il mio interesse tanto da farmi dimenticare la meta del viaggio. Non era poi un viaggio, ma una semplice crociera in città. Forse questa è la causa della sua animosità. Animosità bonaria. Non ricordo nulla del colloquio avuto con lui, o meglio, del suo monologo. Forse voleva avvertirmi di calamità naturali prossime venture, oppure era lì a suggerirmi un sistema infallibile per il gioco del lotto. Ecco ricordo la sua insistenza nel pronunciare la parola gioco: dalla sua bocca usciva distinto “giuuuoco”. Sempre odiata la parola gioco pronunciata allungando all’infinito la lettera u. Sono però indeciso nel riconoscere il tizio seduto accanto a me come Nino Taranto. Temo fosse Padre Pio vestito da Nino Taranto con paglietta in testa. L’idea di svegliarmi all’improvviso e vedermi Padre Pio al capezzale del mio letto mi atterrisce all’infinito. Questo perché sono terrorizzato dalle apparizione dei santi. Il santo mi spiazza. Se ti appare un fantasma con le fattezze di Nino Taranto puoi decidere di urlare e fuggire via. Con il santo no. Per rispetto alla sua santità devi rimanere fermo e osservare il suo soliloquio. Per prima cosa per il ruolo che il santo rappresenta. Poi perché solitamente il santo deve comunicarti cose apparentemente interessanti. Intanto muori dalla paura. Non puoi scappare in maniera forsennata otturandoti le orecchie si ti appare la Vergine Maria. L’apparizione del fantasma non santificato invece è un gioco ad armi pari. Resti oppure scappi. Anche nel sovrannaturale il laicismo è più a misura d’uomo.

Roberto Giannotti