Sì, sono un razzista

Razzista su sfondo neutro

Sì, sono razzista l’ammetto. Non sopporto la razza degli imbecilli, quella dei menefreghisti e degli ignavi. Detesto quella piccola borghese e la razza proletaria che si affida alla provvidenza. Non sopporto la razza dei medici svenduti, quella degli avvocati insaziabili e la sotto razza delle segretarie compiacenti. Detesto le razze lamentose, quelle che esistono solo perché l’ha deciso il loro padrone e quelle che si affidano al Padreterno. Odio la razza dei giudici perché servono sempre l’onnipotente di turno, quella dei presidenti che santificano il loro verbo e quella dei poeti che si illudono in eterno. Per non parlare di quella dei papi, che violentano la disperazione con un sorriso. Disprezzo la razza dei musicisti perché sperano sempre che qualcuno prima o poi li ascolti, quella degli attori scodinzolanti dietro il più piccolo applauso e quella degli scrittori che si pensano eterni. Odio la razza delle puttane perché hanno affogato di saliva l’amore e quella dei puttanieri perché si illudono di trovare l’amore tra le cosce di un cadavere. Disprezzo la razza degli dei perché se ne fottono comunque e quella dei poveri cristi perché pensano che la croce sia la sola salvezza. Odio la razza dei ricchi perché detestano i poveri e quella dei poveracci perché amano i ricchi. Non sopporto la razza delle fidanzate perché l’altare è l’inizio della vita diversa e quella delle sposate perché soffrono di nostalgia. La razza dei superdotati poi la rigetto per invidia mia e quella degli psicanalisti perché invidiano la mia di vita. Odio la razza dei senatori a vita, quella dei senatori e basta e getto malevolenza su quei dei deputai, sottosegretari e ministri in abbondanza. Odio la razza pura e quella impura, quella nera e quella gialla. Sono un razzista e basta. Odio te e la tua razza mentre leggi questa mescolanza di parole, perché perdi il tuo tempo a capire l’odio mio, che appartengo solo alla razza dei morti.

Roberto Giannotti