Registi, registucoli, registacci e inutilità dello stacco televisivo in Rai

Autoritratto Rai

 

Tony Pagoda, lo straripante personaggio creato da Paolo Sorrentino per il libro “Hanno tutti Ragione”, in un torrenziale monologo interiore afferma: – non sopporto coloro che per difendersi dicono di essere dei professionisti…-. Ecco io mi trovo nella stessa condizione di Tony Pagoda non sopporto, in maniera cronica e violenta, tutti coloro che per nascondere la propria incapacità di vivere e di conseguenza di lavorare, vomitano catarrose affermazioni sulle loro capacità professionali. E di questi tipi inumani la Rai di inizio millennio ne è piena, zeppa, stracolma come un colon infiammato. Questi personaggetti tristi, mediocri in tutto e anche un pochino maleodoranti sono collocati, non in postazioni dove non fanno danno al contribuente, ma solo e soprattutto su ponti di finto comando. In special modo, la categoria dei registi in Rai, è gonfia di questi ometti. Il perché di questa fastidiosa diarrea umana, è presto detto: ma prima guardate per un attimo il video appena sotto:

Un cantante, Dorelli, una canzone e lo spazio scenico. Spazio vuoto, abitato solo da linee che rincorrono lo sguardo del telespettatore. Nulla più. C’è il racconto, la partecipazione visiva, quella che Aldo Grasso chiama la drammaturgia dell’evento televisivo. In passato, in Rai i registi erano anche gli autori del programma, partecipavano alla creazione del programma, in maniera forte e decisa. La Rai era un laboratorio di idee e continua ricerca di soluzioni aurorali. I registi avevano cognomi che possedevano un brand, tipo Trapani oppure Falqui. E adesso? La Rai è colonizzata da inappetenti d’intelligenza, da alieni con connotati umani che appalta la realizzazione delle idee alla categoria dei giornalisti. I giornalisti sono diventati autori, direttori di rete, capi-progetto, Presidenti e tra poco anche gestori assoluti delle mense. Le loro scelte sono infantili, dettate dall’ignoranza del mezzo. E temo anche dall’ignoranza del vivere. Questi signori hanno scelto personaggi che sodomizzano il loro ego con carezze autunnali e li hanno messi a fare i registi dei programmi televisivi. Con il disprezzo e la disperazione dei tanti tecnici che in Rai realizzano i programmi. Sì, perché in Rai i programmi vanno ancora in onda per la volontà indefessa delle maestranze che vivono negli studi televisivi, loro salvano i registi “moderni” dalle toppe degli stacchi, loro decidono la fotografia dei programmi e i movimenti delle macchine. Ma di loro nessuno parla mai, offuscati dalla banalità degli imbecilli. Ricordate, se vi accorgete di uno stacco di camera innovativo, mentre guardate annoiati un programmello Rai, non è farina del sacco del regista: è solo ed esclusivamente del tecnico che siede dietro il mixer video.

Roberto Giannotti

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